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Il Serpente Russo. La minaccia che non abbiamo visto

L’affresco di una società che sembra provenire dal passato, capace di descrivere una mutazione che minaccia il futuro delle democrazie occidentali.

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Meet The Author

" Gli uomini e le donne sono quasi sempre consapevoli di come funziona la società e non possono essere considerati sempre le vittime delle strutture sociali, per quanto forti queste appaiano. Il regime tedesco e quello russo non iniziano con i rastrellamenti del ghetto di Varsavia o le torture di Bucha. Chiunque compia il minimo sforzo, può vedere cosa ci riserva il futuro. "

Dopo il crollo del muro di Berlino e la caduta dell’impero sovietico, euforia ed entusiasmo, forse anche ingenuità, hanno spinto l’Europa a cercare relazioni autentiche con la nuova Russia. L’Europa non ha tentato affatto di umiliarla, non ha cercato di assimilarla o controllarla e non ha neppure cercato di corrompere la società russa, già ampiamente corrotta nel periodo sovietico. L’Europa ha semplicemente preferito rimuovere ciò che il comunismo di stampo sovietico ha rappresentato per milioni di persone, ritenendo forse che da soli i Russi avrebbero avuto la forza di emendarsi e alla fine liberarsi. La verità è che la Russia non ha mai saldato i conti con il proprio passato e aver considerato la dittatura comunista diversa, in termini di orrore, da quella fascista ha giocato a favore dei Russi e di Vladimir Putin, che hanno potuto costruire sulle ceneri di quella dittatura il sistema attuale. Un percorso durato vent’anni, in cui i Russi hanno ceduto spazio e il regime lo ha conquistato. Europa e Russia non condividono lo stesso prisma di valori, ci siamo ingannati quando abbiamo voluto credere il contrario. Mentre noi cercavamo relazioni e ci mostravamo vicini, la Russia era già in guerra con l’Europa, per dividerla.

MASSIMO SPINELLI, manager di un’importante banca italiana con operatività internazionale, ha vissuto in Lettonia, Slovacchia, Ucraina, Romania e Russia. Già responsabile degli uffici di rappresentanza in Slovacchia e Romania, negli ultimi dieci anni ha vissuto a Mosca, dove ha diretto la sede russa della stessa banca. Ha scritto di Est Europa, Russia, Ucraina e Paesi dell’ex blocco sovietico per l’International Business Times e per la rivista L’Indro. Aver vissuto a lungo in Russia, gli ha consentito di osservarne i cambiamenti da una posizione privilegiata: la trasformazione del sistema sovietico, passato dal socialismo reale al capitalismo iper-consumista e il consolidamento del patto sociale tra regime, oligarchia e popolazione.